domenica 17 novembre 2024

Vorrei che tu fossi qui con me



foto di Isabella Carmisciano





"Vorrei conoscer l'odore del tuo paese
Camminare di casa nel tuo giardino
Respirare nell'aria sale e maggese
Gli aromi della tua salvia e del rosmarino
Vorrei che tutti gli anziani mi salutassero
Parlando con me del tempo e dei giorni andati
Vorrei che gli amici tuoi tutti mi parlassero
Come se amici fossimo sempre stati
Vorrei incontrare le pietre, le strade, gli usci
E i ciuffi di parietaria attaccati ai muri
Le strisce delle lumache nei loro gusci
Capire tutti gli sguardi dietro agli scuri
E lo vorrei
Perché non sono quando non ci sei
E resto solo coi pensieri miei ed io
Vorrei con te da solo sempre viaggiare
Scoprire quello che intorno c'è da scoprire
Per raccontarti e poi farmi raccontare
Il senso d'un rabbuiarsi o del tuo gioire
Vorrei tornare nei posti dove son stato
Spiegarti di quanto tutto sia poi diverso
E per farmi da te spiegare cos'è cambiato
E quale sapore nuovo abbia l'universo
Vedere di nuovo Istanbul o Barcellona
O il mare di una remota spiaggia cubana
O un greppe dell'Appennino dove risuona
Fra gli alberi un'usata e semplice tramontana
E lo vorrei
Perché non sono quando non ci sei
E resto solo coi pensieri miei ed io
Vorrei restare per sempre in un posto solo
Per ascoltare il suono del tuo parlare
E guardare stupito il lancio, la grazia, il volo
Impliciti dentro al semplice tuo camminare
E restare in silenzio al suono della tua voce
O parlare, parlare, parlare, parlarmi addosso
Dimenticando il tempo troppo veloce
O nascondere in due sciocchezze che son commosso
Vorrei cantare il canto delle tue mani
Giocare con te un eterno gioco proibito
Che l'oggi restasse oggi senza domani
O domani potesse tendere all'infinito
E lo vorrei
Perché non sono quando non ci sei
E resto solo coi pensieri miei ed io..."
Francesco Guccini


 






giovedì 17 ottobre 2024

17 ottobre


foto di Isabella Carmisciano


Mio padre prende 

una pillola ogni sera

la poggia sul tavolo

Dopo cena 

ed è così piccola

che si vede appena.

che le sue dita goffe

 e callose 

immuni 

anche a punture di rose

fanno fatica a

 tenerle fra le dita.

Io l'ho vista di 

sfuggita mentre

 lasciavo la tavola 

e la posava a fianco 

al vino.

E ho pensato che è 

una vita che lo vivo  

distratto

che cresco  ma non m’accorgo affatto

che mi sta

invecchiando 

accanto.

Che quella barba 

bianca 

è solo una sintesi di

anni riassunti.

Lui ha perso sua 

madre sette sere fa

Io perso mia 

nonna sete sere fa

e ho capito che 

minuscole parole 

non dette

si fanno maiuscole di 

fronte alla morte

che la sorte ti tocca 

ad un’ora che 

non si sa

E penso che avresti 

detto a nonna a papà?

Se avessi saputo 

ma so che hai pianto 

ma non hai detto

Tu prendi la pillola

 e io abbraccio 

il tuo spettro.

Sto imparando a far caso alle piccole cose, crescendo capisci che sono essenziali.  

Poesia di Francesco Piscitelli


                      https://youtu.be/yKNxeF4KMsY?si=6RzTy3HRkX9YyVOV

martedì 17 settembre 2024

17 settembre

foto di Isabella Carmisciano


Congedo

Parti da te, figlio… da quello che sei.
Bisogna morire per imparare?
Mi chiedi.
Sì, figlio, per imparare qualcosa deve morire.
Tu non lo sai e non devi saperlo,
ma il cuore, con l’età, si restringe.
Non è più tanto capiente, immenso,
come all’inizio dei giorni.
Tra non molto gli abbandoni conteranno anch’essi.
Ma ora il tuo cuore è una piazza sconfinata,
e ti fa credere che sopravviverai
senza dover rinunciare a niente,
capirai, col tempo, quanto sia difficile trattenere
ogni cosa, ogni pensiero, ogni persona…
Sei nell’euforia di tutti gli inizi.
Qualcuno dovrà morire perché tu viva.

Domani, quando chiamerai, io non ci sarò,
ma solo perché tu possa esserci,
quando chiameranno te.
di Marcello Fois 

L’infinito non finire (Einaudi, 2018)

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